venerdì 17 aprile 2009

Polaroid istantanee di pensieri.



L'emozione di trascrivere in lettere bianche i miei pensieri sfumati, stanotte, è forte. Scrivo sempre meno perchè non sento più il "bisogno", come un tempo, che le mie grida s-consolate incontrino quelle di occhi sconosciuti. non cerco più conforto, confronto spassionato, commenti che mi diano un giudizio - qualunque esso sia - su ciò che scrivo o su ciò che penso. Sono diventata gelosa dei miei pensieri, di quelli nati la mattina sul metrò, quando assonnata a fatica riesco a tenermi in piedi, oppure, di quando i miei piedi stanchi cercano il sentiero familiare.
Eppure, stanotte, qualcuno mi ha riportato ad Amélie. Quell'Amélie tanto amata, tanto ascoltata e compresa, quella ragazza dietro cui petitekiki s'è riparata, trovando un "favoloso mondo" tutto suo, tutto intimo e forse - chissà - magari solo immaginato o sognato.
Sono tornata stanotte per scrivere delle frasi che apparentemente un senso , per voi, non avranno. ma è quello che il ritmo incalzante del mio respiro mi comanda di scrivere. voi prendetele pure, gettatele in un angolo dimenticato del cyberspazio, serrate con un click la pagina oppure fermatevi ad immaginare pure, perchè tutto - ma proprio tutto - ha un inizio ed una fine e soprattutto un significato.

il ciddì de "Les Choristes" in una busta marrone protetto dalle bollicine trasparenti ed un francobollo blu: poste prioritaire.
una lumaca portacandele, ancora intatta sul cappello del nano viaggiatore.
un sacco a pelo ed un cuscino leopardato.
il primo viaggio da ricca.
il primo viaggio da sola. il pesto alle sei del mattino e la cioccolata fondente 90%: la nostra cena, non necessariamente in quest'ordine.
la prima volta che ho tradito.
le volte in cui ho pianto soffocando il volto sul cuscino.
quando ho desiderato prender sonno, svegliarmi dopo dieci anni e scoprire le rughe ai lati della bocca. invecchiare per mano al tempo ed esserne quasi contenta.
la prima volta che ho fatto l'amore e ho pensato durasse per sempre. e al solo pensiero provo tenerezza ed amore per quei due ragazzi così maledettamente belli.
la mia rabbia e la paura. l'impotenza. la noia. la gioia di essere viva. la speranza.
i viaggi in treno con la fronte appoggiata al finestrino mentre il paesaggio correva veloce.
Paris bella come un sussulto di felicità, una notte di settembre ed il senso di protezione che ho provato al suo fianco, aggrappata alle sue "erre" arrotate.
Un abbraccio consumato in mezzo ad una piazza vuota e la sensazione d'amore fraterno per un amico.
una casa che m'è sempre appartenuta e la tenerezza ed i ricordi - a volte agrodolci - per quella vecchia.
i miei genitori, anime salve, nel mio cuore.
le mie passioni, il mio fuoco che mi tiene al caldo, che mi rende viva.
le parole che mi accarezzano nei giorni di malinconia.
le lettere d'amore che mi strizzano il cuore.
le parole: calzini, succopera, viziòso, permalòso, fianchi di luna e tristezza abbracciata tra seni bianchi. ed il suo odore dietro il collo e i baci sui palmi delle mani sull'uscio di casa.
una rosa rossa che s'intona con le mie scarpe.
il film welcome e le mie lacrime senza suono.
le gateau au chocolat e il camionpizza e tutto è perfetto.
il suo odore sul cuscino a prima mattina ed il caffè che sbrodola dalla macchinetta.
la doccia bollente quando fuori si gela ed il vapore come nebbia copre lo specchio.
il treno per Lyon e la panchina di marmo lungofiume.
accenti differenti ed un solo principio: a m o r e.

è l'amore che mi fa scrivere stasera, l'amore per quello che ho avuto, per quello che sono stata e per quello che sono oggi, l'amore per ciò che fu, anche quando tutto era nero ed io avevo paura di non farcela. l'amore mi ha dato la forza di trattenere il fiato, d'immergermi nei fondali del mio spirito e di riemergere, spalancando la bocca al cielo, come un vagito di salvezza.

l'amore per la vita.

chiamatemi logorroica, narcisista ed egocentrica. a chi è arrivato a pensare questo di me - e ad indovinarci - in regalo: un sorriso tutto per lui. in fondo, la pazzia ed i sorrisi - ha ragione il greco - sono gratis.





6 commenti:

Unknown ha detto...

carissima, che bello rileggerti. ogni volta scorrere le tue parole è un po' come ascoltare della buona musica o sorseggiare dell'ottima cioccolata. non ti conosco se non dai tuoi blog, ma quello che leggo e che ho letto m'è sempre piaciuto. soprattutto per il modo, delicato e fresco, con cui l'hai raccontato. spero che queste polaroid sui tuoi pensieri non abbiano una fine..anche se concordo con te: tutto ce l'ha. E tutto, soprattutto, ha un perché e ha un senso. Buon viaggio

Adynaton86 ha detto...

Supreme le tue parole, sublimi le immagini.
C'est toi.
Un abbraccio
Ady

Fiolla ha detto...

Dopo qualche mese,torno qui da te,e trovo quest'intervento.Coincidenza(?).
Spero ti ricordi di me.

Anonimo ha detto...

,,,,finalmente sei di nuovo tu...bentornata

Giullare di Corte ha detto...

Dopo un periodo lungo di assenza, sei di nuovo qua, nel tuo giardino, e scrivi. Una volta ti ho domandato: “perchè non scrivi”, e la tua risposta era: “non ho qualcosa da dire”. Ora capisco la tua risposta...tutto questo tempo stavi preparando questa uscita, questo testo...L’ispirazione l’avevi ma mancava il motivo. Quella notte hai trovato il motivo, la carrellata delle fotografie vecchie. Hai aperto la scatola del passato in cui nascono i vostri ricordi.Usando terminologia del mio mestiere, hai scavato il tuo passato e hai scoperto il tuoi ricordi, che erano i tuoi reperti di questa escavazione...
Nella nostra vita tutti portiamo nel nostro zaino del passato ricordi belli o brutti (ma sempre rimangono i belli) e li guardiamo, quando siamo malinconici e ci sentiamo che qualcosa cambia nella nostra vita o cambiamo noi, cioè cresciamo. Forse anche tu stai crescendo...Gli ultimi mesi hanno cambiato tante cose nella tua vita... e questi cambiamenti ti hanno spinto a scrivere quella notte questo testo. Eri un fiume di parole o meglio di immagini...esse sono i tuoi ricordi.

Ti lascio un bel fiore e un sorriso greco...

Cloud ha detto...

Mancavi come la lacrima al Pierrot....

Un abbraccio da chi pur distante - e geograficamente e anagraficamente - ti ha incrociato, a volte, tra i meandri indefiniti della mente


Il viaggiatore solitario