mercoledì 14 ottobre 2009

A me stessa.



Amo tutti gli inizi. Quelli dei libri celebri e non, quelli che quando sei in libreria, sbilanci il peso del corpo su un piede, la borsa a tracolla da un lato, la testa inclinata, la mano sinistra a reggere quel tesoro e con l'indice ed il pollice accarezzi la prima pagina. ed eccole là le dediche.

A Elisabeth. A Sara, perchè te l'avevo promesso. Ai miei figli.

Leggi le prime due righe e ti chiedi quale ventre sia stato capace di dare alla luce l'ispirazione di quei grandi che hanno fatto la storia.

stanotte questa pagina non ha un inizio vero. allora cacciamo via l'inizio e la sua compagna fine, cominciamo dal figlio, cominciamo dal mezzo.

Un mezzo composto di fogli a quadretti, di pensieri sconnessi.
Il metro di carta dell'Ikea che adoro attorcigliare attorno all'indice per poi lasciarlo cadere, giù, in picchiata, finchè non tocca il marmo.
Le candele che bruciano l'ossigeno, lentamente.
Nuove voci in corridoio. E quelle vecchie, che risuonano da lontano, da dentro.

Le abitudini cadono in fondo al cassetto dei ricordi e le arance andate a male si decompongono, magari lo facessero anche le nostre paure!
L'autunno è entrato dalla finestra con tutti i suoi spifferi emotivi e non si fa in tempo a coprirsi che lassù sulle montagne le vette sono già panna.

Un nuovo lavoro, sarà odio o sarà amore con la cravatta? vincerà il casual friday tutti i giorni?
Un esame all'università, un essemmesse atteso sempre con quello stupore che ormai di fanciullesco ha solo l'odore.
Le insicurezze di una giovane donna che vuole colmare la storia mentre la Tosca grida il suo amore.

Amelie è sempre là, icona che non esiste, icona delle persone sole ed incomprese. sempre là, a prendere polvere e sole e pioggia. I gatti di legno custodi di simboli di fede. Parigi, Parigi, sogno di strade lucenti e cappelli eleganti, la locanda di donna Marie e il suo vin chaud.

Amori e bugie soffocati sotto il cuscino, tra una lacrima che non scivola più ed un sorriso forzato.

Senso di malinconia stanotte. Un accento che non si riconosce più. Lingue lontane e pericoli al confine.

La vita, il futuro si mischiano al passato, ai sogni, alle insicurezze come ragnatele.

Torna questo senso di non spazio dentro me ed io - gazzella inquieta - ricomincio a correre.

Vorrei un tetto su cui guardare, una bicicletta anni '30 da lucidare e la voglia di cancellare e ricominciare, la voglia di scrivere delle "case degli altri" che mi hanno fatto diventare quella che sono oggi.

e stasera non c'è una fine chiara-mente. c'è solo chiara e questo basta.

On air: "Si rien ne bouge" - Noir Desir.