mercoledì 8 ottobre 2008

La petite Chambre Blanche et Rouge.

Uno scaffale con sette libri, una scatola rosa a forma di cuore custodisce del tè di cui solo la mia memoria può ancora serbarne il profumo. Le quattro tazze da tè, una tazzina da caffè i cui disegni mi ricordano quelli di Peynet sono vicini al dvd di Volver e a quello di Amelie.

Le mura sono ancora tutte bianche. Le piccole luci colorate che hai scelto tu, in quel pomeriggio magico a Montmartre, cadono come stelle ordinate dal soffitto, schiarendo le mie notti insonni. La camomilla è un eccitante, gli occhi faticano a chiudersi. Mi sveglio sussultando nel cuore della notte domandandomi dove mi trovo. Apro gli occhi, accendo la luce, mi guardo attorno. Mi passo una mano tra i capelli con lo sguardo perso sul pavimento. Di colpo, mi sento a casa. In questa vecchianuova casa, dove il niente mi sembra tutto e dove il tutto che avevo mi sembra vuoto, bianco, senza sapore.

Non c'è più quel plaid rosso del vicino steso fuori dalla finestra ad incuriosire la mia fantasia, ma una nuova luce sotto il soffitto di fronte al mio. Tocco le mura e mi domando quante mani prima di me l'avranno accarezzate e quante risa e quante parolacce ci saranno rimbalzate sopra.

Tutto è diverso, nuovo, complicato, divertente, profumato di Sicilia e di Grecia. Carezze improvvise e cornetti caldi alle nove del mattino. Le verdure bollite e le tisane alle due di notte, luci rosse e nessun tappeto sotto i miei piedi freddi. Un piumone troppo lungo tocca terra. Pochi ma veri ricordi su questo tavolo. La voglia di fare, di andare, di scoprire. La paura di vedermi nuda coi miei difetti e le mani piccole e forti dipanano le mie insicurezze. L'amore ed ancora l'amore e l'amore ancora. Ed i baci e le carezze ed i denti che scoprono in un sorriso la felicità che prende nomi diversi in prestito e non paga l'affitto e quel bar a Montmartre.. perla d'emozione. E gli abbracci e le tenerezze che si sciolgono come zollette di zucchero tra le dita. E questo inguaribile romanticismo nostalgico che mi divora il cuore a piccoli morsi.. e le mani a trattenere il tuo profumo, sperando che esso non svanisca tra le dita che, nel sonno, si schiudono.

E parlami di te, bambina, dimmi cosa vuoi e cosa cerchi. Dimmi chi è che ti fa tremare il cuore.. dimmi perchè te ne stai lì, come escargot pigra in questi giorni di sole e primi venti.. dimmi perchè ti pieghi su te stessa. La libertà prende per mano l'età.. sono ad un passo da te. Afferrale entrambe, accidenti a te!